Turris al rush finale: il paradosso dei 27 punti e l’errore da non ripetere!
Scalando la montagna con un peso sulle spalle, eravamo rimasti senza fiato. I tre punti conquistati con il Catania sono stati una vera e propria boccata di ossigeno, ma di quella montagna c’è ancora un bel pezzo da scalare. Guai a pensare di essere arrivati, si farebbe un errore imperdonabile. E sarebbe la seconda volta. Perchè proprio questo è stato l’errore commesso dopo i 27 punti conquistati nel girone d’andata: si è visto un senso di appagamento, rilassamento (perché fatti ventotto punti, vuoi vedere che non ne facciamo altri dodici?), distrazione (dalle ammalianti sirene di mercato). Ed arrivati, appunto.
La squadra ha perso quella voglia di affermarsi che aveva ad inizio campionato, quella “fame”, quella compattezza, quella concentrazione, elementi che l’avevano resa una gran bella sorpresa nel girone d’andata in un raggruppamento infernale. Quello studente che aveva superato i propri limiti, come scrivevo qualche editoriale fa, con tanto studio e determinazione, cose che gli avevano permesso di ottenere ottimi voti, ha smesso di impegnarsi ed i voti sono inesorabilmente diventati disastrosi.
Ci si è rilassati anche sul mercato: troppo poco quanto fatto a gennaio, l’approccio è stato colpevolmente leggero. A prescindere dalla cessione Pandolfi, la squadra andava rinforzata; lo si è fatto poi a febbraio (un’indiretta ammissione di colpe), ma con calciatori non immediatamente pronti. E allora si è finiti in quel pericolosissimo vortice che ti tira giù un po' alla volta, proprio quello che si doveva evitare e nel quale, invece, ci ritroviamo completamente coinvolti.
Catanzaro, Teramo, Bari, Ternana, i due scontri diretti a Cava de’ Tirreni e Vibo Valentia, richiedono la massima unità d’intenti, il massimo impegno, il massimo sacrificio, la massima umiltà. Ed il massimo equilibrio, quello che si è iniziato a vedere con il Catania, quello che è mancato a Castellammare. E la massima concentrazione, quella vista con la Casertana, quella che è mancata con il Potenza.
Perchè non possiamo fare troppi calcoli sulle dirette concorrenti, meglio concentrarsi sulle nostre partite.
Perchè nessuno ci regalerà niente.
Perchè c’è ancora un bel pezzo di montagna da scalare.
Perché un buon risultato non può diventare un paradosso.