8 giugno 1997 - 8 giugno 2020: ogni attesa è un ricordo. I playoff col Catania la storia di riscatto calcistico più bella di sempre...
Dove eravamo rimasti? Al 3 di giugno per liberare il respiro? Vediamo chi resta in apnea più a lungo. Perché io vivo con un bambino di otto anni, si chiama come me, abita dentro di me. Appena saputo dello slittamento del famoso Consiglio Federale (8 giugno), si piazza nelle mie giornate per tenermi occupata la mente. Lui non gioca a pallone, non va in bicicletta, non cattura lucertole. Il bambino che è in me pensa solo a ricordare ogni evento, ogni data, ogni stramaledetta coincidenza che abbia a che fare con la Turris.
E quindi cosa c’entra l’otto giugno con questa storia? Allora lui si siede e comincia a raccontare. Dice che, quel giorno del 1997, comincia una settimana prima, precisamente sabato 31 maggio. Stadio Cibali di Catania, semifinale play off di C2: Catania – Turris. Spettatori paganti 17000. I corallini pensano bene di portare un bunker da casa, quelli della seconda guerra mondiale. Poi il generale Fabrizio Baldini (‘Potevamo stare li altri 6 giorni, sempre così finiva’) e il colonnello Luigi Sassanelli mettono in piedi un capolavoro di strategia militare: risultato finale 0-0.
Ed è così che arriviamo alla famosa coincidenza che ci lega al 2020. C’è solo una differenza. La semifinale play off di ritorno dura sette giorni, praticamente dal lunedì successivo. Il problema è che comincia in una sede, come dire, ‘particolare’: a Montecitorio. Immaginatevi mentre guardate distrattamente la Tv, fino a quando lo schermo vomita una voce che sembra del diavolo in persona: ‘Interpellanza parlamentare, signor Ministro degli Interni, dettata da ragioni di ordine pubblico e di buon senso istituzionale. Turris-Catania è una gara a rischio e, pertanto, chiediamo venga disputata in una struttura adeguata ad una cornice di pubblico delle grandi occasioni’.
Ricapitoliamo: Il colonnello di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa (catanese ma tifoso interista, ndr.) con i fanti Tarantino e Tatarella, per un pugno di voti (13000 catanesi in trasferta, 13000 voti) ottiene lo spostamento della gara da Torre del Greco ad Avellino. Immaginate cosa viene dopo, con tanto di vigilia condita di rassegnazione tutta torrese: ‘E’ un fatto politico, ci faranno fuori’. Eppure capitan Baldini è chiarissimo come sempre: ‘Possiamo giocarla pure a Catania se vogliono’. Perché, quella Turris, ha ragione dal primo giorno. Ma nessuno, in città, immagina di vivere la storia di riscatto calcistico più bella di sempre.
Allo stadio Partenio, ai catanesi occorre togliere uno zero (solo 1300 tifosi) e lasciare, invece, quello del risultato finale (1-0). Al resto pensa la cavalcata storica della freccia Antonaccio. Corre la Turris, corre più veloce che può. Corre contro i pronostici, contro la politica opportunista, corre contro il destino. A questo punto, il bambino che abita dentro di me smette di raccontare per andarsene fuori a giocare. ‘Non preoccuparti, ci vediamo per l’ufficialità, così mi dice. Prima di chiudere la porta mi parla un’ultima volta: ‘Tanto noi siamo pronti, giusto? Cambiata la data, trovato il ricordo’.
Ettore Troia