Metropolis - Sorpresa, l'ex Baldini torna al Liguori: "Non ho mai smesso di seguire la Turris. Donerò la maglia della finale del '97..."

25.11.2021 07:06 di Vincenzo Piergallino   vedi letture
Metropolis - Sorpresa, l'ex Baldini torna al Liguori: "Non ho mai smesso di seguire la Turris. Donerò la maglia della finale del '97..."

Fabrizio Baldini sta contando i giorni, le ore, i minuti e perfino i secondi che lo separano dal ritorno allo stadio Amerigo Liguori. L’ex difensore assisterà alla gara in programma domenica pomeriggio a Torre del Greco tra i padroni di casa e l’Avellino, per consegnare alla dirigenza la maglia della storica finale playoff vinta contro il Benevento allo stadio Partenio. Quel successo, alla guida tecnica c’era Ciccio Esposito, valse la promozione dei torresi in C1 dopo un’annata partita con tante polemiche e contestazioni ma chiusa con un finale da standing-ovation. Fabrizio ‘Beckenbauer’, così lo soprannominavano i tifosi, oggi fa il giardiniere e tra una pianta ed un albero non ha mai smesso di pensare alla sua Torre del Greco. 

Ecco le sue sensazioni espresse al quotidiano Metropolis: “L’emozione inizia a crescere ora dopo ora, non vedo l’ora di poter riabbracciare la città e soprattutto entrare per la prima volta da tifoso in quello che era il mio stadio. In questi anni ho sempre seguito la Turris. Devo ammettere che facevo fatica a trovare notizie quando questo club sprofondò tra le categorie minori. Ricordo perfino che cambiarono la denominazione. Leggendo poi i risultati, vedevo che si perdeva contro squadre con le quali noi di solito si faceva allenamento. Non accettavo questo, tanto è vero che mi arrabbiavo di brutto esclamando, con il mio tipico fare toscano: “Ma che stanno combinando? Si rendono conto cos’è quella squadra per la città?”

Su Turris-Avellino: “Torre ha rappresentato l’apice della mia carriera, lì sono esploso e finito come calciatore. Andai poi all’Avellino dove feci una trentina di presenze ma avevo già gravi problemi fisici. Certamente sono più legato ai corallini per una serie di motivi. Torre è un ambiente molto particolare. Ho vissuto sulla mia pelle i cambi d’umore di una piazza passionale ma difficile da gestire. A noi furono messi striscioni capovolti in segno di protesta ad inizio stagione, c’era un clima davvero pesante. Fummo bravi a compattarci riuscendo a portare tutti dalla nostra parte. Ora la città deve unirsi intorno a questi ragazzi, l’obiettivo è fare in fretta questi punti che mancano alla salvezza per regalarsi una favola”. 

Sui ricordi del ruggito del Liguori: “Trascinante. In campo ti dava quello scatto d’orgoglio che faceva la differenza. C’era gente che mi diceva che gli tremava casa quando facevamo gol. La prima volta lì rimasi colpito dalla gente sui balconi che tifava manco fosse in Curva. Domenica sarò dall’altra parte, dovrò testarlo da tifoso cosa si prova".