IL PARAGONE - La Turris di Caneo come quella di Merolla: entrambe anticonformiste, entrambe figlie di una rivoluzione!

Entrambe spettacolari, entrambe innovative, entrambe figlie di una rivoluzione. Sta suscitando più di un paragone la Turris attuale, quella targata Caneo, e quella di Antonio Merolla, indimenticato allenatore della stagione ‘93/’94, quando i corallini sfiorarono la promozione nell’allora C1 durante lo spareggio col Sora dopo una cavalcata esaltante, raggiunta comunque tramite ripescaggio qualche settimana più tardi.
Due squadre accomunate dalla spiccata mentalità “Zemaniana” (non a caso Merolla fu ribattezzato da qualche giornale come lo "Zeman della C"), dalla voglia di fare un gol in più rispetto all’avversario anziché subirne uno in meno, attaccando con tanti giocatori anche a costo di concedere spazi pericolosi dietro. Accomunate da un gioco che nei rispettivi contesti, epoche e categorie veniva considerato sorprendente. Accomunate da uno “sbilanciamento” calcolato e dalla folle voglia di sognare, dalla priorità data al collettivo piuttosto che alle singole individualità.
“Dicono che i sardi non sono molto loquaci, però dicono anche che di loro ci si può fidare e vi chiedo di fidarvi di me, di quello che farò in campo con la Turris”. A lungo andare Bruno Caneo sta riuscendo a convincere Torre del Greco della bontà del suo progetto tecnico, che oggi, di fatto, sta facendo volare la Turris nei quartieri alti del girone C, attraverso uno stile di gioco ammirato in ogni dove e oggetto di ampia risonanza nazionale. Eppure, il suo avvento sulla panchina biancorossa, nello scorso febbraio, non era stato esente da scetticismi, sia perché sostituiva un allenatore amato dalla piazza come Franco Fabiano, sia perché il suo curriculum non contemplava tante esperienze alla guida di una prima squadra, nonostante la non più giovanissima età.
Tuttavia, sin dai primi momenti della sua gestione, si è notata una linea di discontinuità con il passato, sia dal punto di vista tecnico che dialettico, con un modus operandi in netta antitesi con i colleghi che lo avevano preceduto al timone della Turris nel ventennio di dilettantismo. Un cambio drastico nelle metodologie di allenamento e di conduzione che all’inizio, così come tutte le rivoluzioni, ha determinato non poche apprensioni nel pubblico biancorosso, temendo che un tecnico del genere, maestro di calcio piuttosto che pragmatico gestore, fosse poco indicato per rilevare una squadra in corso d’opera e con l’esigenza impellente di non franare nell’incubo retrocessione.
Eppure mister Caneo, incurante della diffidenza altrui, si è fiondato nell’avventura corallina senza rinnegare le sue idee, riuscendo a completare la non facile missione salvezza e a guadagnarsi l’opportunità che finora quasi nessun club gli aveva dato, vale a dire di partire sin dal ritiro estivo con un organico costruito a sua immagine e somiglianza, per realizzare quel famoso “3-4-3 movimentato” che ora stimola più di un accostamento con il calcio di Gian Piero Gasperini, del quale è stato vice ai tempi del Genoa e dell’Inter.
Una rivoluzione che, dunque, parte da lontano e che per il momento sembra funzionare, con la Turris che si ritrova già a quota 13 punti in 8 partite e con il miglior attacco del girone insieme al Bari, che ha battuto nettamente Foggia, Vibonese e Catania, sfiorando il colpo grosso a Taranto e mettendo paura al San Nicola per almeno 45 minuti. Senza dimenticare che l'obiettivo iniziale è sempre quello di una tranquilla salvezza.
Una rivoluzione, prima culturale e poi filosofica, che in vari tifosi biancorossi ha stimolato il paragone proprio con la Turris di Antonio Merolla, altrettanto bella a vedersi e anticonformista.
Le prestazioni offerte fin qui dalla Turris, al di là dell’episodio talvolta favorevole e talvolta no, che può incidere sul risultato, sono state tutte simili, con una squadra che spesso e volentieri è riuscita a comandare il gioco, indipendentemente dall’avversario. E’ questo l’aspetto che lascia presagire che non si tratti di un semplice exploit della truppa biancorossa, non frutto di un momento nel quale tutto le gira bene, ma di un trend regolare che può continuare anche per il prosieguo del campionato. Se così fosse, allora per Torre del Greco si aprirebbero scenari davvero entusiasmanti.
Fermo restando che, l'indole naturale che ha assunto questa compagine, frutto di una mentalità spregiudicata e poco sparagnina, la renderà sempre imprevedibile nel bene e nel male: capace di vincere contro chiunque e perdere quanto meno te l'aspetti, poco incline al pareggio.











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