Turris, la foto del primo anno di C tra... un risultato storico e miglioramenti futuri!
Missione riuscita, salvezza raggiunta. Il primo campionato tra i Professionisti dell’era Colantonio si è chiuso con un risultato storico: dopo le retrocessioni delle ultime apparizioni in quella che allora si chiamava C1, la Turris ottiene la salvezza evitando finanche i playout. È addirittura il miglior traguardo sportivo dal 1979.
Una permanenza tra i Pro ottenuta grazie ad un girone d’andata da favola, chiuso con ben ventisette punti in classifica ed un piazzamento nei playoff. Bravo mister Fabiano a creare un’alchimia perfetta con la squadra e a forgiare, partita dopo partita, una rosa sì vogliosa di mettersi in mostra, ma che, in quanto costruita per la salvezza, comunque limitata. Limiti superati con il pragmatismo, l’umiltà, la volontà ed un carattere camaleontico ed operaio. La partenza sprint, la rimonta di Avellino, il bel pari a Foggia e Catania, la vittoria all’ultimo minuto a Palermo, i pari ottenuti a Terni e Bari restano tra i risultati più belli. Oltre a qualche inevitabile scivolone (quello di Catanzaro grida ancora vendetta).
I ventisette punti, però, sono stati allo stesso tempo un paradosso, quello di chi su questo risultato si è adagiato. Lo ha fatto la squadra che ha perso quella voglia di affermarsi in C e che si è letteralmente seduta perdendo quella “fame” che l’aveva caratterizzata nel girone d’andata. Lo ha fatto la società che, sentendosi già salva, non ha rinforzato un organico che invece, a prescindere dalla cessione di Pandolfi (operazione giusta, visto che ormai da un mese l’attaccante sembrava essere presente solo fisicamente), avrebbe avuto bisogno di elementi di categoria per portare il risultato a casa senza troppi patemi. O meglio, a gennaio lo ha fatto, assumendosi l’azzardo di un rischio calcolato con elementi che hanno poi dimostrato di non essere i nuovi Pandolfi.
E quando i risultati non sono più arrivati, si è rotta anche quell’alchimia tra squadra e allenatore, sancendo di fatto la fine di un ciclo. Si è allora corsi ai ripari sia sul mercato, a quel punto, però, affidandosi inevitabilmente ad elementi non immediatamente pronti, sia con il cambio allenatore dopo la disfatta di Pagani (e forse, visto l’andazzo ormai scontato, lo si sarebbe potuto fare anche prima). È iniziata così l’era Caneo che con la Casertana ha subito segnato un’inversione di rotta con un nuovo modulo, una nuova mentalità ed una vittoria bella e convincente. Ma un’idea di gioco del genere richiede anche un livello di qualità altissimo che questa squadra, tolti alcuni elementi, non ha ed allora sono arrivate le sconfitte (pesante quella nel derby con la Juve Stabia). Così, a quei principi di gioco propositivi, si è associato un maggior equilibrio, quello che ha permesso di vincere con il Catania.
La mancata conquista dei punti necessari, persi troppo ingenuamente, e le concomitanti vittorie delle rivali nella corsa salvezza ci hanno tenuto sulle spine e portato a fare calcoli e previsioni per evitare i playout, il tutto spazzato via dalla bella e convincente vittoria con il Bari. Il primo anno si chiude con questa foto: risultato storico e miglioramenti che camminano a braccetto.