L'EDITORIALE DI ETTORE TROIA: "Applausi, sostegno e coraggio. Tutto l'occorrente per arrivare in cima"
Applausi, sostegno e coraggio. Tutto l'occorrente per arrivare in cima.
Non potevamo certo fare gli alpinisti nella vita, questo è sicuro. Appena portati allo stadio da bambini, scoprimmo di soffrire di altitudine. Lo stomaco era un altimetro spietato. Per anni abbiamo sperato che passasse, ma non passava. E allora cominciammo a prendere confidenza con il problema. TURRIS e altitudine, sembrò assurdo concepirlo come un combattimento. Arrivò il giorno in cui, in quanto tifosi, superammo la cosa, le paure, le squadre come l'Arzachena. Cosa c'entra tutto questo con Turris - Arzachena? C'entra, eccome se c'entra. Qual è il senso di una stagione votata alla conquista della cima più alta? È un atto di nobiltà e competenza calcistica, come quel lungo applauso verso i propri calciatori dopo la partita.
Una stagione che è come un taccuino di viaggio verso la montagna più ostica, come una spedizione verso la vetta tanto desiderata. Un percorso dettagliato, difficile, fatto di certezze che si insediano e poi vacillano, un decalogo su come si prende parte a questa avventura, contraddizioni comprese. Perché questo girone G non è una terra in cui puoi avventurarti alla leggera. È un posto vivo, abitato, usato, a volte subito, spesso inconcepibile con le classiche regole del tifoso della Turris.
Per affrontare la sfida serve l'aiuto di tutti, serve una specie di spedizione, come quelle create per raggiungere le cime impossibili. Ci serve la guida, i portatori, i muli, gli organizzatori di ogni dettaglio. E, soprattutto, ai bordi del campo, servono buoni compagni di viaggio. Nemmeno la più ambiziosa delle squadre, nemmeno questa Turris può camminare da sola in questo percorso lungo e complicato.
"Queste partite, una volta, le avresti perse". Il popolo corallino parla così mentre applaude la sua squadra coraggiosa, come avesse intravisto qualcosa, proprio al 90' di Turris - Arzachena. Il senso di qualcosa di bello ancora difficile da spiegare in pieno. Una sensazione che fa bene al cuore proprio nella gara più difficile? Eppure quel tifo che ti rimette in piedi e quegli applausi scroscianti indicano la strada giusta. Conosciamo senso e tenacia di questo grande obiettivo che non sappiamo spiegare. Alla fine dipenderà tutto da noi. Tanto ci sarà tutto il tempo per capirlo da soli.
Ettore Troia