LA SCHEDA - Padalino ad un passo dalla Turris. Ecco curriculum e credo tattico...

Salvo clamorosi colpi di scena, sarà Pasquale Padalino l'erede di Max Canzi sulla panchina della Turris.
Nato a Foggia nel 1972, Padalino da giocatore ha avuto tra i suoi tecnici allenatori come Zeman (che ad inizio carriera lo arretrò dal centrocampo al centro della difesa, ndr), Trapattoni, Ranieri, Malesani e Fascetti. Decide di intraprendere la nuova strada da allenatore poco dopo la fine della sua ottima carriera da calciatore (Oltre 200 presenze in A con Foggia, Lecce, Fiorentina, Bologna e Como), diventando nel 2006 il vice di Gian Piero Ventura, carica ricoperta fino al 2009, prima al Verona e poi al Pisa.
LA CARRIERA - A novembre 2009 la sua carriera da primo allenatore inizia in salita alla Nocerina, dove subentra alla guida dei molossi in Lega Pro Seconda Divisione, raccogliendo 4 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte, prima di dimettersi chiudendo anzitempo la sua avventura in rossonero alla 26° giornata. Dopo due anni di pausa, nell’estate del 2012 arriva la chiamata del “suo” Foggia, appena rifondato dopo il fallimento e pronto a ripartire dalla Serie D con lui alla guida tecnica; chiude la stagione al 5° posto, viene eliminato nel secondo turno play off dal Matera ma viene ripescato con i satanelli in Lega Pro Seconda Divisione.
La stagione successiva lo vede raggiungere nell’ex C2 il 6° posto, che consente al Foggia di accedere l’anno successivo alla nuova Lega Pro unica, ma a fine stagione si separano le strade con la squadra della sua città. Nel novembre 2014 subentra alla guida del Grosseto, in C, venendo esonerato dopo 9 gare (3 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte).
La stagione 2015/16 sarà per lui la più difficile per ragioni extra campo (squalifica di 4 mesi per fatti risalenti all’epoca dell’esperienza alla Nocerina, ndr) e, allo stesso tempo, forse la migliore per quanto riguarda il risultato sportivo ottenuto; ad ottobre 2015 viene infatti chiamato a sostituire Dionigi al Matera in Lega Pro, e riesce a rilanciare i lucani che guida fino al 6° posto, appena fuori dai play off, con uno score di 13 vittorie, 11 pareggi e 6 sconfitte.
L’ottimo campionato con i lucani gli permette di ricevere l’estate successiva la chiamata dell’ambizioso Lecce, che punta dichiaratamente a vincere il campionato di Lega Pro. Altissime le aspettative nei confronti di Padalino, che firma un biennale con opzione per il terzo anno. Il testa a testa con il Foggia si conclude però nel finale di stagione a favore dei rossoneri, che conquistano la Serie B scatenando invece nella piazza giallorossa accese contestazioni nei confronti di Padalino, che a due giornate dal termine della regular season viene esonerato senza poter disputare i play off, con il Lecce che concluderà quella stagione al 2° posto, venendo poi eliminato negli spareggi promozione ai quarti di finale dall’Alessandria.
Terminata bruscamente la parentesi leccese, nel dicembre 2018 viene nuovamente convocato dal Foggia, che naviga in cattive acque nel campionato di Serie B, ma viene esonerato a marzo dopo 12 gare (2 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte), con i satanelli che oltre alla retrocessione affronteranno un nuovo fallimento al termine della stagione.
Il 17 agosto 2020 gli viene affidata la guida tecnica della Juve Stabia, neoretrocessa in Serie C, in sostituzione di Fabio Caserta. Piazzatosi 5º nel girone C, il club campano verrà eliminato al secondo turno dei play-off per mano del Palermo. Il 30 giugno 2021 non viene confermato dalla società stabiese per la stagione successiva.
Il 29 dicembre 2021 viene nominato nuovo tecnico del Siena, in Serie C, prendendo il posto dell'esonerato Paolo Negro. Termina il campionato al 13º posto, mancando per un solo punto la qualificazione ai playoff.
IL CREDO DI GIOCO - “Preferisco giocarmi la partita. Voglio perdere ma senza rinunciare, senza consegnarmi in partenza ad un avversario, anche se più forte. Se ti metti lì ad aspettare prima o poi il gol lo prendi, e allora per non avere problemi sono convinto che devi trascorrere quanto più tempo possibile nella metà campo avversaria, o quanto meno lontano dalla propria porta. Credo dunque nel fare la partita offendendo, cercando di non buttare via la palla, anche se chiaramente ogni tanto fa parte del gioco e senza dimenticare che un allenatore fa il vino con l’uva che ha a disposizione”.
Fa del calcio offensivo il suo marchio di fabbrica, con il 4-3-3 spesso utilizzato in carriera senza però disdegnare altri sistemi di gioco, inclusi moduli con difesa a 3, come avvenuto nelle ultime esperienze con Stabia e Siena.