Turris, incognita ripartenza: Abbate si tira subito fuori. Restano in auge il gruppo Raiano e la "suggestione" Gaglione, ma non si può escludere l'anno sabbatico...

Il futuro della Turris continua a restare sospeso in un clima d'incertezza, dove i movimenti restano ancora sottotraccia e il tempo comincia a premere. Tra le tante indiscrezioni emerse in settimana, ha fatto discutere anche quella legata al possibile coinvolgimento del gruppo Abbate, attualmente alla guida dell’Ercolanese, in un progetto di rilancio del calcio a Torre del Greco.
Tuttavia, a stretto giro, è arrivata la smentita ufficiale da parte della FC Ercolanese, che ha precisato in una nota: “La proprietà, nelle persone dei presidenti Panariello e Abbate, smentisce categoricamente ogni voce circa un possibile inserimento del gruppo Pac Gel nel progetto Turris, ribadendo la volontà di proseguire esclusivamente con il proprio progetto a Ercolano”.
A questo punto, sul tavolo restano due ipotesi per la ripartenza della Turris, con ogni probabilità dalla categoria di Eccellenza:
- La pista Raiano, che punterebbe alla richiesta di iscrizione in sovrannumero prevista dall’articolo 52 delle NOIF, con l’ottenimento di un titolo “pulito” per Torre del Greco, previo pagamento di 100mila euro a fondo perduto. Una strada percorribile, ma che necessita dell’impegno diretto del Comune, con il sindaco Mennella chiamato a formalizzare la richiesta in FIGC.
- La “Turris dei torresi” immaginata dall’ex presidente Rosario Gaglione, che recentemente non aveva negato la sua disponibilità nel ruolo di “aggregatore” di un gruppo imprenditoriale totalmente locale, in una sorta di società allargata, sul modello di quanto avvenuto ai tempi della Gaudianum Torrese dopo il fallimento dell’era Pesce. Anche in questo caso, però, ad oggi non si è ancora andati oltre le interlocuzioni preliminari.
Al momento, dunque, nessuna trattativa appare davvero entrata nel vivo. E se nelle prossime settimane non si registreranno accelerazioni, lo spettro di un "anno sabbatico" diventerà sempre più concreto. Uno scenario mai vissuto in ottant’anni di storia della Turris, che oggi più che mai rischia di fermarsi davvero.