IL NUOVO CASO - La Turris porta i libri in Tribunale, ma Colantonio tranquillizza: “Si tratta solo di una fisiologica ristrutturazione del debito, propedeutica anche per una futura cessione. Altro che fallimento…”.

07.03.2024 23:19 di  Vincenzo Piergallino   vedi letture
IL NUOVO CASO - La Turris porta i libri in Tribunale, ma Colantonio tranquillizza: “Si tratta solo di una fisiologica ristrutturazione del debito, propedeutica anche per una futura cessione. Altro che fallimento…”.

Dopo il caso Guardascione, un altro caso extra-calcistico si è abbattuto sulla Turris nelle ultime ore. Infatti, gli umori della piazza biancorossa, dopo la cessione farsa di qualche tempo fa, sono stati di nuovo turbati dalla notizia, diventata subito virale, che il club biancorosso “avesse portato i propri libri contabili in tribunale”. Un’indiscrezione, rivelatasi reale, che nell’immediato aveva suscitato nell’ambiente biancorosso la paura che la società avesse realizzato questa operazione perché sprofondata in una preoccupante situazione debitoria, tale da pregiudicare il futuro immediato della propria squadra del cuore. 

Invece, a fare chiarezza sull’attuale stato del club, nel tentativo di tranquillizzare gli animi dei tifosi corallini, in una fase già delicata per la stagione della Turris, impegnata nella difficile corsa salvezza, ci ha pensato direttamente il presidente Colantonio, incalzato da Il Mattino - versione online - subito dopo che la notizia era iniziata a diffondersi con grande rapidità: “Sì, la Turris ha chiesto al Tribunale di Torre Annunziata di avvalersi di un accordo di ristrutturazione dei debiti. No, questa non è affatto l’anticamera del fallimento. Tutt’altro"

Il numero uno del club biancorosso ha spiegato i motivi e l’opportunità della richiesta di accesso allo strumento di regolazione dello stato di insolvenza previsto dal Codice della crisi d’impresa. I debiti in questione oscillano fra il milione ed il milione e mezzo di euro, "e si tratta di debiti maturati per la quasi totalità nei confronti dell’Erario", precisa Colantonio. Che poi aggiunge: "La ristrutturazione del debito è uno strumento a disposizione delle società per far fronte a fisiologiche situazioni di insolvenza. È uno strumento di legge, cui peraltro si ricollegano ulteriori effetti benefici in termini di alleggerimento, chiarezza e pianificazione di debiti e scadenze. Invece ho sentito e letto cose assurde. Non è vero che la Turris ha un’importante esposizione debitoria nei confronti di fornitori e creditori privati: se così fosse stato, non avrebbe potuto chiedere di avvalersi della ristrutturazione del debito ai sensi dell’art. 44 del Codice della crisi d’impresa. E nemmeno rientrano in questa esposizione debitoria gli stipendi dei calciatori, che la Turris sta regolarmente pagando, perché l’iscrizione al prossimo campionato non deve nemmeno lontanamente essere compromessa".

Colantonio ha poi aggiunto: "La Juve Stabia, non più di due anni fa, ha chiesto l'accesso ad uno strumento simile per una cifra che si aggirava intorno ai nove milioni di euro. Stiamo parlando di uno strumento di legge: perché una società non dovrebbe avvalersene?"

L’operazione, ammesso che sia approvata dal Tribunale in questione, potrebbe anche essere propedeutica per una possibile cessione del club in futuro: “Indubbiamente – conferma Colantonio – consentirebbe all’eventuale acquirente di fotografare con certezza e chiarezza assolute la portata dell’esposizione debitoria della società. Che, ripeto, non è assolutamente drammatica. Oserei definirla fisiologica. La Juve Stabia, non più di un paio di anni fa, se ne è avvalsa per importi di gran lunga".

La cessione del club resta quindi scenario assolutamente concreto ma Colantonio non vuol parlarne adesso: “Fino al 30 aprile per me conta solo il risultato sportivo. Il mio unico obiettivo è adesso salvare la categoria e perciò non parlo di altro. Se ci sono stati altri contatti con potenziali acquirenti? C’è stata qualche manifestazione di interesse e con un interlocutore il discorso sta andando avanti. Ma non è questo il momento di parlarne”.