Turris, l'ultimatum del sindaco ancora disatteso. L'opzione senza FIGC la sola alternativa all'anno sabbatico...

Il tempo è quasi scaduto. L’ultimatum di 72 ore lanciato dal sindaco Luigi Mennella a tutti i gruppi imprenditoriali interessati a rilevare il titolo sportivo della Turris è giunto praticamente al termine senza alcun passo concreto. Ad oggi, nessuno dei soggetti ascoltati dal Comune è riuscito a produrre, nei termini indicati, la documentazione richiesta dalla FIGC per finalizzare il rilascio del titolo in sovrannumero per partecipare al campionato di Eccellenza: niente business plan, niente garanzie finanziarie, niente documentazione legale. A questo punto, appare inevitabile che all’inizio della prossima settimana il primo cittadino sarà costretto a restituire il titolo alla Federazione, chiudendo definitivamente la strada dell’art. 52 delle NOIF. Una scelta dolorosa, ma ormai priva di alternative.
Tuttavia, ancora non si può dire con certezza che Torre del Greco resterà senza calcio nella prossima stagione. Resiste infatti una seconda via, meno trasparente ma ancora percorribile: il trasferimento temporaneo di un titolo sportivo già esistente, con sede legale in un altro comune ma “spostato” momentaneamente a Torre del Greco per motivi logistici (come l’indisponibilità del campo originario, firmata dall'amministrazione corrispondente). Il tutto, ovviamente, senza poter cambiare in avvio né matricola federale né denominazione societaria (come successe ai tempi del Miano durante la gestione Giugliano, trasformato in Ap Turris nel secondo anno dopo fusione con la Pietro Abbate, società locale).
In quest’ottica, circola in città la voce che porta al titolo dell’MP San Giorgio Calcio, società militante in Promozione ma che ha fatto domanda di ripescaggio in Eccellenza. Il titolo sarebbe in qualche modo nell'orbita dell’ex patron del Pompei, Francesco Mango, da settimane accostato alla Turris, anche se mai apertamente disponibile ad accollarsi i 100mila euro a fondo perduto richiesti dalla via federale. Il progetto prevederebbe l’appoggio di referenti locali.
Ora resta da capire quale sarà la posizione del sindaco di fronte a questa seconda ipotesi, qualora prendesse effettivamente corpo. Dato che teoricamente il primo cittadino potrebbe anche negare l’utilizzo dello stadio Amerigo Liguori a potenziali gruppi che hanno evitato di percorrere la via istituzionale/federale. E non mancherebbero validi argomenti a supporto di questa posizione.
In attesa di sviluppi, resta l’amaro in bocca per un’altra occasione che sembra svanita nel nulla.