Un anno senza Strino, il ricordo di Tania: “Tremava come una foglia quando salutò l’ultima volta i tifosi”

19.12.2016 06:00 di  Nello Giannantonio   vedi letture
Un anno senza Strino, il ricordo di Tania: “Tremava come una foglia quando salutò l’ultima volta i tifosi”

Un anno fa Torre del Greco si risvegliava nella domenica di Turris-Picerno con l’enorme vuoto della scomparsa della bandiera Enzo Strino. Allo stadio fu una giornata surreale ma allo stesso tempo unica, col tributo alla bara dello storico numero uno corallino, portata a spalla sull’erba del “Liguori” e in quella porta che aveva difeso con orgoglio per anni.
Dopo l’intitolazione della tribuna del “Liguori”, si era parlato di un memorial in onore di Strino proprio in occasione del primo anno dalla scomparsa, poi non se n’è fatto nulla. Per non rischiare di cadere in una retorica che un personaggio non comune come Enzo Strino non meriterebbe, nel giorno di questo triste anniversario affidiamo un suo ricordo alla figlia Tania, che da quel momento non si è chiusa nel dolore, ma è stata anzi ancora più presente nell’ambiente Turris, come a raccogliere l’importante testimone lasciatole dal padre. “Sarò di parte – dice Tania Strino -, ma personalmente ancora non ho conosciuto un uomo più disponibile e altruista di mio padre. Presenza forte, carismatica, ma dal cuore immenso; carattere umile, scherzoso e soprattutto rispettoso. Fino a quando non lo conoscevi bene, papà poteva sembrare brusco, ma quando poi lo vivevi, era una persona che non si può altro che amare. Consigliere di grandi e piccoli, anche in famiglia ha sempre trasmesso sicurezza e tranquillità, proprio come nel suo amato e dedito mestiere, il portiere.  Un leone sempre, dalla sua prima battaglia in campo all’ultima nella vita. Ha cercato sempre, sia nel lavoro che nella vita privata, di trasmettere i veri valori che contano nella vita: onestà, dignità, rispetto, umiltà, perché solo così si può camminare tranquillamente in ogni strada della vita. La sua vita – continua Tania – è stata la maglia corallina, orgoglioso di indossare la numero uno. Una responsabilità che sempre, fino alla fine, si è sentito addosso: difenderla fuori e dentro al campo. Senza eguali il legame con la squadra della sua città: se solo gli ricordavo qualche episodio, gli venivano le lacrime agli occhi. Tanti, ma non tutti lo hanno capito, ma tutti lo hanno rispettato per poi alla fine amarlo”.
Tania torna poi sulla premiazione al “Liguori” con la quale fu omaggiata la vita di Strino nella Turris, giusto due mesi prima del suo saluto. “L’ultima volta al campo, ad ottobre quando il ‘Gruppo Barbando’ lo premiò, mio padre tremava come una foglia. Gli asciugai le lacrime, ma restarono gli occhi lucidi. Sotto il settore distinti, mi chiese di aiutarlo a tenere le targhe e applaudì commosso per l’ultima volta i suoi tifosi. La Turris è stata e sarà sempre la nostra vita. A me manca parte di me, così sarà sempre – conclude Tania -: per tanti la bandiera corallina, per me il papà dolce, buono , comprensivo, possessivo e amabile, che mi ha dato tutto e tutti i valori che servono per sentirsi appagati anche solo donando, senza la pretesa di ricevere. È questo ciò che l’ha fatto unico”.