Tornare in campo o no? Ecco perché si tarda a decidere tra leghe divise, diritti tv e AIC...

06.04.2020 07:00 di  tuttoturris .com   vedi letture
Tornare in campo o no? Ecco perché si tarda a decidere tra leghe divise, diritti tv e AIC...
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© foto di Antonio Vitiello

Una matassa da sciogliere, dalla A alla D. Una soluzione da trovare e che tarda ad arrivare. Tornare in campo o meno sarà una questione anche di interessi prima che della salute, purtroppo aggiungiamo.

I DIRITTI TV - Sky e Dazn a maggio dovranno pagare circa 300 milioni di euro ai club, dopo i 973 già versati. Ma senza tornare in campo difficilmente i due colossi pagheranno, anche perché temono i ricorsi dei clienti che, non avendo usufruito della visione delle gare, potrebbero a giusta ragione chiedere un rimborso, causando un danno abnorme in termini economici alle due piattaforme televisive. 

LA POSIZIONE DEI CLUB - E' inevitabilmente collegata alla questione diritti tv. Quelli di A e B paiono non ancora coesi. Importante sarebbe non perdere i proventi dei diritti tv e in tal senso chiedono aiuti al governo, perché attraverso questi non tornerebbero più in campo e potrebbero programmare con calma la prossima stagione (densa di appuntamenti). I club di C e D invece sono compatti. Tutti, fatte rarissime eccezioni, non vogliono tornare a giocare, optando per promozioni e retrocessioni a tavolino, congelando le attuali classifiche e salvaguardando gli investimenti fatti dai presidenti. Situazione comunque gradita anche ad alcune società di A e B in un certo senso, favorevoli a comunicare alla UEFA le posizioni Champions ed Europa League, senza assegnare lo scudetto.

LA POSIZIONE DELL' AIC - L'associazione italiana calciatori almeno ufficialmente ha una posizione attendista. Per la serie "torniamo a giocare ma solo se ci sono le condizioni". Il problema è facile da individuare: mentre i calciatori di A e B, godendo di una situazione economica più che positiva, possono permettersi il lusso di stare a casa, quelli di C e D temono di non essere più pagati e quindi vogliono giocare. E mentre quelli di C, essendo comunque professionisti, possono godere almeno dell'obolo della cassa integrazione, quelli di serie D non sono assolutamente tutelati e praticamente non verranno più pagati (il regolamento lo consente), fatte rare eccezioni e a discrezione delle società.

LA SOLUZIONE AL MOMENTO NON C'È - O meglio sarebbe quella di congelare e validare le attuali classifiche, non distruggendo i sacrifici economici delle società. Ma in questo marasma, per mettere d'accordo tutti, ce ne vorrà di tempo. La speranza risiede nella diminuzione sostanziale dei contagi e vittime del covid 19, sia per mettere fine all'emergenza sanitaria che per allontanare polemiche calcistiche...