Colantonio: "Quando la Turris vuole, non esistono limiti. Voglio costruire come a Bari, ma senza struttura..."

14.10.2018 20:05 di  Vincenzo Piergallino   vedi letture
Colantonio: "Quando la Turris vuole, non esistono limiti. Voglio costruire come a Bari, ma senza struttura..."
© foto di Pasquale D'Orsi

Finalmente una Turris caparbia e convincente, probabilmente nella trasferta più difficile della stagione. Il presidente Colantonio commenta così l’importante pari conquistato al San Nicola contro il Bari: Abbiamo fatto bene, ma non chiamateci l’antagonista del Bari, che a mio avviso resta fuori concorso in questo campionato. Di sicuro ce la giocheremo a viso aperto contro tutti da qui alla fine, come fatto quest’oggi. Quando sudiamo la maglia e ci mettiamo lo spirito giusto, abbiamo tutte le potenzialità tecniche per arrivare a qualsiasi risultato. Fa piacere che una delle nostre migliori prestazioni sia arrivata proprio in un tempio del calcio come il San Nicola”.

Il presidente aggiunge: Con i nostri tifosi presenti avremmo potuto sperare anche in un risultato migliore. E’ risaputo che il tifo corallino è il dodicesimo uomo in campo. E’ stato brutto non averli al nostro seguito per una mala gestio di chi doveva organizzare le gare”.  

Non manca infine una stoccata per quanto concerne la delicata situazione stadio: “Siamo entrati in un tempio, dove il Comune ha dato piena disponibilità alla squadra di calcio della città. A Bari si respira un’aria diversa quando si disputa una partita e lo stesso vorrei fare anche a Torre, ma c’è bisogno di volontà istituzionale. Se non ci sarà la disponibilità del Liguori, l’era Colantonio finirà automaticamente. Perché non è possibile proseguire un progetto senza le strutture e lo dimostra il fatto che oggi in campo c’erano due prodotti del nostro vivaio. Com’è possibile investire in un settore giovanile senza la struttura necessaria che gli permetta di crescere in simbiosi con la prima squadra?”.

Colantonio chiude così: “Non è stato recepito forse il messaggio che l’affido diretto del campo sarebbe alla prima squadra in quanto patrimonio della città, e che il titolo dovrebbe restare di proprietà del comune per poi essere gestito di volta in volta dai presidenti che si susseguono. Anche un affidamento di 9 anni per me sarebbe un contentino, perché i progetti importanti si realizzano con gli affidamenti per 90 anni, come ci insegnano le altre società di calcio”.