CURIOSITA' - L'ex Merolla: "Fui io a lanciare Toni, ma mi licenziarono perché..."

29.10.2014 11:30 di Vincenzo Piergallino   vedi letture
Fonte: Il Mattino
CURIOSITA' - L'ex Merolla: "Fui io a lanciare Toni, ma mi licenziarono perché..."

C’è stato un allenatore che perse la panchina per “colpa” di Luca Toni, il bomber da oltre seicento gol, campione del mondo nel 2006, capocannoniere in Serie A e nella Bundesliga, oggi alla guida dell’attacco del Verona. «Ricordo il giorno in cui il presidente mi chiamò e mi disse: se lei continua a fare giocare Toni, la licenzio. E infatti mi mise alla porta», ricorda dopo oltre sedici anni Antonio Merolla, allenatore di Torre del Greco. Lui e Toni si conobbero nel 1998 a Fiorenzuola, quando il bomber aveva 20 anni ed era sconosciuto.

Com’era il giovane Toni?«Aveva grande forza fisica e si applicava molto negli allenamenti. Un ragazzo per bene. Portava i capelli lunghi e gli suggerii di tagliarli. Era la moda, però a me non piaceva, così gli dissi che la folta capigliatura avrebbe potuto infastidirlo nelle partite… Il problema di Luca, piuttosto, era un altro».

Quale?«Con il mio predecessore, Cavasin, non giocava mai. Io arrivai e alla seconda partita lo lanciai in campo anche perché si era fatto male l’attaccante titolare Micciola. Mi aveva colpito quel ragazzo negli allenamenti. Si impegnava, a fine seduta restavamo un po’ di più in campo a studiare i movimenti offensivi: cominciò in quei pomeriggi a capire come proteggere il pallone, quella che poi è diventata una delle sue migliori caratteristiche».

Segnò poco a Fiorenzuola.«Tre o quattro gol, tuttavia riuscì a procurarsi quattro rigori. Un uomo d’area potente, forte di testa ma all’epoca un po’meno con i piedi. Mi ricordava un ex attaccante della Juve Stabia, Marcello Prima. Scelsi Toni come titolare e anche grazie al suo contributo risalimmo in classifica. Era un bel Fiorenzuola, c’era un calciatore di esperienza come Pioli, l’attuale allenatore della Lazio. Ecco, il mio problema fu che Toni giocava tanto».

Perché?«L’ho detto: un giorno mi convocò il presidente del Fiorenzuola, Antonio Villa, e mi disse che avrei dovuto far giocare Micciola perché era costato 150 milioni di lire mentre Toni era arrivato a costo zero. Risposi che le scelte tecniche competevano a me e venni licenziato. È una storia che non ho raccontato a Luca quando ci siamo rivisti sui campi di serie C, quelli che lui ha smesso di frequentare molto presto. Esplose nella Lodigiani e nel Treviso e conquistò la serie A».

Sedici anni fa avrebbe mai immaginato che Toni potesse diventare campione del mondo, capocannoniere in serie A e nella Bundesliga.«Ero sicuro che avrebbe raggiunto un campionato importante e una prestigiosa squadra perché aveva caratteristiche fisiche non comuni e perché era già un professionista serissimo. Non è un caso che a 37 anni sia ancora là, in campo, a far gol».